Quando soffia vento forte di scirocco spesso qui a Conversano succede qualcosa, è capitato in passato che il vento ci portasse, come una moderna Mary Poppins, Nadia Terranova, una scrittrice tutta fatta di storie: è inventrice di sogni, ma anche un po’ GGG collezionista di barattoli. È successo anche stavolta, con “Omero è stato qui”, il vento ce l’ha portata.
Quelle che lei narra in questo piccolo libro, edito da Bompiani con le illustrazioni di Vanna Vinci, sono le storie che tutti conosciamo, sono i miti e le favole che i nonni raccontano ai bimbi per farli addormentare, quelle che quando si cresce un po’ si studiano a scuola, quelle in cui ci riconosciamo, storie di vulcani, mostri e cavalieri, terremoti e sirene. Sono storie che ci fanno viaggiare sul filo del vento e ci portano in un luogo magico che è la Sicilia, più precisamente sullo Stretto di Messina.
Ci sono Dina e Clarenza due giovani ragazze che ormai statue di bronzo dorato, dal campanile del duomo di Messina suonano le campane, ci sono Mata e Grifone testimonianza di come dall’attrazione e dall’amore fra gli opposti nasce ogni cosa, c’è Fata Morgana o di come le storie si accavallano, si cercano e si sposano, con lei la mitologia dello Stretto abbraccia le storie dei cavalieri di Artù, tanto che qui scopriamo anche dov’è finita Excalibur! C’è quel giovane e romantico ragazzo, Colapesce, che decidendo di seguire sé stesso e la sua natura finisce per essere la colonna su cui si regge la Sicilia tutta intera, ci sono anche Scilla e Cariddi due ragazze pericolose abitanti e guardiane dello Stretto, Scilla dilania e Cariddi risucchia. Le aveva già cantate Omero e noi qui scopriamo che, per fare come Ulisse e riuscire a passare da quel pezzo di mare tra la Calabria e la Sicilia senza scatenare le loro ire, dobbiamo ingraziarcele entrambe lanciando fiori in acqua, nel blu del mare, quel mare che Omero ha raccontato talmente bene che sicuramente sarà stato lì.
Non potevamo che inaugurare questa rubrica con un libro così, un libro quasi barattolo, raccoglitore di sogni, un barattolo con le ruote pronto a viaggiare e a portare le sue storie ai bimbi grandi e piccoli in giro per l’Italia, che le leggeranno, le racconteranno, le cambieranno, anche perché come dice Nadia “È a questo che servono i libri a moltiplicare le storie”.