
Gennaio sta per finire ma non senza inserire una storia nel barattolo! Questa volta a tuffarsi dentro, è una storia che sa di mare, di mostri e bambini coraggiosi: “Lucilla” di Annet Schaap pubblicato da La Nuova Frontiera junior.

“Un’isola che per un pezzetto è attaccata ancora alla terraferma, come un dente traballante a un filo, si chiama penisola. Su questa penisola c’è un faro, uno alto e grigio che di notte fa passare la sua luce sulla cittadina in riva al mare. Così impedisce alle navi di andare a sbattere contro lo scoglio che spunta goffo in mezzo alla baia. Così fa sembrare la notte un po’ meno buia e la grande terra e il vasto mare un po’ meno grandi e vasti.”
Inizia così il nostro romanzo, dentro al faro alto e grigio arroccato sulla penisola vivono Emilia detta Lucilla e il suo papà Augustus guardiano del faro. Il papà di Lucilla è zoppo e beve troppo, lei è una bimba molto diligente ed è l’addetta a sostituirlo: sale ogni sera all’imbrunire i sessantuno gradini del faro, è responsabile dell’accensione con un zolfanello della luce che avverte le navi in mare della vicinanza con la terra ferma. In una notte di tempesta dove il vento è fortissimo e il mare in burrasca, la bambina ha dimenticato di acquistare gli zolfanelli, la luce del faro non viene accesa e una nave disgraziatamente si schianta sugli scogli. Le conseguenze sono gravissime, Lucilla viene strappata al padre e, per riparare i danni della sua dimenticanza, portata a lavorare per sette anni nella Casa Nera, la casa dell’Ammiraglio, dove tutti in città dicono che viva un mostro.
Lucilla è una bambina sognatrice, parla con il sole, con il vento, con i libri ma soprattutto con la mamma che non c’è più e ha la testa piena di pensieri “Ci sono talmente tante cose dentro alla sua testa: canzoni, storie, cose che deve imparare, cose che dovrebbe scordare ma che le ritornano sempre in mente. Se deve ricordare qualcosa, spesso lo dimentica e se invece vorrebbe dimenticare qualcosa, le rimane in testa.”
Nella casa dell’Ammiraglio dovrà accudire il mostro, che altro non è che Edward il figlio del padrone di casa, nato col corpo umano e la coda da pesce da qui il suo soprannome. Pesce è imperfetto, visto da tutti come un piccolo mostro, nascosto in una stanza chiusa della grande casa, è cattivo, morde, ha paura dell’acqua e mangia solo pesce.
Se all’inizio della storia avevamo solo accenni di fiabesco e magico, dall’incontro dei due ragazzi in poi il romanzo si riempie di strane creature, pirati, ragazzi muti, bambini pesce, sirene, orchi e nani. Lucilla riesce a fare uscire Pesce dalla sua stanza per affrontare un sacco di avventure. Lei imparerà a leggere e scrivere e a farsi amare dal nuovo amico, Pesce scoprirà di saper nuotare e di non essere affatto un piccolo mostro cattivo. Tutti possono essere mostri se dimenticati come Pesce, o se doloranti di un dolore che non sanno esprimere come Augustus il papà di Lucilla.
Solo la gentilezza e la solidarietà vincono la cattiveria.
E così succede anche nel nostro romanzo, non raccontiamo però le mille avventure dei due ragazzi e neppure come finisce, siate pronti a leggere una storia avventurosa e fiabesca in cui arrivano echi del Giardino Segreto, di Tim Burton con i suoi Big Fish e Edward mani di forbice, della Sirenetta di Andersen, ma anche un po’ di Pippi con le sue storie di pirati e mari del Nord.
Noi “Lucilla” la mettiamo nel barattolo di storie da preservare, una storia per lettori che hanno voglia di avventure un po’ surreali e fiabesche, una storia di formazione e trasformazione per lettori in crescita pronti a partire per un lungo viaggio.
“Lucilla guarda il mare che ha davanti. Cosa c’è di più bello che viaggiare su una barca, ovunque si voglia?”
Mariaserena