Mattia Mascher, esperto di educazione ambientale, cooperativa e comunicazione sociale, ha scritto “Guida galattica per nonne e nonni del Terzo millennio” (San Paolo, 2021) perché diventasse una sorta di “chiave per essere nonni consapevoli e fantastici compagni di viaggio per nipoti di tutte le età”.
Mattia Mascher si occupa di progetti che spaziano dall’eco-sostenibilità alla cittadinanza digitale, passando per l’economia solidale e le comunità educanti, è co-autore di alcune trasmissioni televisive e un camminatore.
Lontano, nella zona inesplorata e fuori moda del braccio a spirale occidentale della Galassia, c’è un piccolo sole giallo sconosciuto. In orbita a una distanza di circa novantadue milioni di miglia c’è un piccolo pianeta verde blu assolutamente insignificante le cui forme di vita discendenti dalle scimmie sono così incredibilmente primitive che pensano ancora che gli orologi digitali siano una buona idea
Il titolo del libro è un omaggio al romanzo Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams, 1979
Qui di seguito la mia intervista a Mattia Mascher, che ringrazio fin da ora per la disponibilità e il lavoro fatto nel suo libro!
Le nonne e i nonni italiani dovrebbero essere dichiarati “patrimonio dell’umanità”
Da una parte i nonni sono un vero e proprio “totem emotivo” per i nipoti. Sempre più figure fondamentali per la loro crescita ed educazione. E sono i dati a dirlo: nella fascia 0-3 anni il 70% dei nonni italiani si prende cura dei nipoti e di questi la metà lo fa per parecchie ore al giorno vista la mancanza cronica di posti negli asili nido italiani. Dall’altra, i nonni e le nonne hanno anche e soprattutto un grande peso “politico” che devono riscoprire. Nel senso più puro e meraviglioso del termine: ovvero quello di “progettare insieme il futuro che verrà”. In una società sempre più anziana, dove gli over 55 costituiscono il 35% della popolazione italiana, sono i nonni a decidere il “futuro”. Mentre le nuove generazioni, essendo numericamente ridotte, sono troppo spesso “tagliate fuori” dall’avere voce in capitolo, nonostante siano quelle che dovrebbero vantare più diritti sul futuro. Di questa sproporzione, di questo sovrappeso, i nonni devono diventare più consapevoli. Le nuove generazioni, infatti, non possono affrontare le sfide del futuro da sole. Serve un inedito quanto urgente “patto fra generazioni.” Come società e per il bene delle generazioni future siamo tutti chiamati ad impegnarci su due fronti: ridurre gli sprechi, avere stili di vita più sostenibili. Ed è chiaro che le scelte politiche e le abitudini di consumo dei 12 milioni di nonni italiani incideranno molto sul vincere le sfide del millennio. Insomma, abbiamo bisogno di super eco-nonne ed eco-nonni pronti a schierarsi a difesa del futuro dei nipoti.
Ogni stereotipo nasce da una semplificazione narrativa. Cioè, per raccontare un fatto e cercare di farlo capire tendiamo a ridurlo a un concetto chiaro e di facile comprensione, a una “frase ad effetto”. Non c’è niente di male in questo. Il problema è quando lo si fa sempre a tutti i livelli, anche per il paternalistico pregiudizio di credere le persone più ignoranti di quello che sono. Quando si eccede a semplificare si banalizza. Quando si banalizza troppo si creano degli stereotipi.
Ora, le sfide che si troveranno a dover affrontare le generazioni future sono complicatissime (cambiamenti climatici, collasso delle risorse naturali, parità di genere, rapporto con le nuove tecnologie etc): e non ci sono risposte semplici a problemi complessi. La parte più complicata nella realizzazione di questa Guida è stata proprio quella di semplificare al massimo la complessità, senza banalizzarla. Raccontare la difficoltà del momento attuale con dati e informazioni importanti senza annoiare il lettore, anzi cercando a volte di strappargli qualche sorriso. Leggero come una farfalla, pungente come un’ape, direbbe Mohammed Alì.
Questo gap comunicativo io lo chiamo “speranzicidio”. Ovvero, il mondo adulto è vittima di una narrazione e di un modo di guardare le cose estremamente tossico che tende sempre a screditare, a privilegiare l’odio e la lamentela continua. E’ vero che la crisi economica del 2008 e l’attuale pandemia hanno colpito duramente e tirato fuori spesso il peggio di noi. Ma è importante darsi un limite quando si hanno gli occhi delle generazioni future puntati addosso. Ecco, questo immenso prurito che ci porta incessantemente a buttare del fango su quel po’ di buono che prova a nascere, vi prego fermiamolo. Non c’è forma più disumana di inquinamento di quella che sporca i sogni delle generazioni future. Non esiste crimine peggiore di quello che porta a screditare gli ideali di chi sta iniziando a fatica a credere in qualcosa. Ricominciamo da capo. Iniziamo a raccontare un’altra storia. Dentro questa nuova narrazione, sei sono le cose che dobbiamo riuscire a far germogliare nei più piccoli per vincere le sfide del millennio: una curiosità caparbia, la fiducia nell’altro, lo spirito di cooperazione, il senso della meraviglia e dello stupore, l’importanza della solidarietà, l’urgenza di rispettare la natura e le persone. E, per come la vedo io, in questa nuova narrazione i nonni possono avere un ruolo importantissimo.
A parte leggere la Guida Galattica per nonni?! Scherzi a parte, servono momenti di confronto e dialogo fra generazioni. E non devono essere creati solo in famiglia. Le istituzioni pubbliche, la scuola e il terzo settore dovrebbero favorire l’incontro e soprattutto, una cosa cui tengo molto, la narrazione, il racconto e lo “scambio di storie” fra generazioni. Bisogna cercare di smarcarsi dal “sentito dire sui media” e trovarsi faccia a faccia: incontrarsi di persona è ancora lo strumento più potente che abbiamo inventato per favorire il cambiamento. Un consiglio spassionato che do ai nonni è proprio quello di andare agli scioperi dei Fridays for future. Di vedere con i propri occhi che meravigliosa energia sprigiona questo movimento. Di ascoltare quello che le nuove generazioni hanno da dire. Vedo il rapporto fra generazioni come i sassi che affiorano da un fiume. Più i sassi sono vicini, più sarà facile attraversare il flusso senza troppi pericoli. Più i sassi sono lontani più si dovranno fare passi lunghi e azzardati, col rischio di cadere. Dobbiamo provare ad avvicinarli quei sassi per “guadare il presente”, non c’è altra soluzione. Il contrasto generazionale è naturale, è sano, e diventa vitale se lo si trasforma in qualcosa di costruttivo, in qualcosa che avvicina, in qualcosa che muove appunto dialogo e confronto, storie e narrazioni che si incontrano. Spero che la pandemia ci abbia almeno insegnato qualcosa: non ci si salva da soli. Abbiamo bisogno di riscoprirci comunità. Abbiamo bisogno di abbracciarci in carne e ossa.
Cosa succederebbe se i 12 milioni di nonne e nonni italiani si schierassero compatti a difesa del futuro dei propri nipoti?
Posso sognare in grande? Vorrei che la guida desse il “la” alla creazione di un movimento “Nonni for future”. Un po’ come lo sono state le Grey panters negli anni ’70 fondate da Maggie Kuhn: un movimento di nonni che scendeva in piazza con il movimento studentesco a protestare contro la guerra del Vietnam e a favore di riforme in campo sociale, sanitario e ambientale. Una storia che consiglio a tutti di andare a riscoprire e che può essere di grande ispirazione.
Un libro super consigliato da leggere insieme ai vostri figlə, nonnə e nipotə
Laura