Per completare l’argomento del nostro primo incontro, “Nella cartella della maestra” questa volta ho messo alcuni alfabetieri d’autore, quelli che io possiedo e che mi sento di suggerirvi.
All’interno del panorama editoriale, ce ne sono infatti moltissimi altri, per tutti i gusti e le necessità e non vi sarà difficile, sbirciando nei cataloghi, scoprire quello che vi ispira di più o che meglio si adatta alle vostre esigenze.
Nei miei suggerimenti di lettura, in generale, potrete trovare albi o libri che possono essere proposti anche nella scuola media, così come nella scuola dell’infanzia. Specie per ciò che riguarda gli albi, le distinzioni per fasce d’età sono abbastanza opinabili e personalmente trovo che tanti albi aprano spesso scenari inaspettati.
È indubbio che l’abitudine e il conseguente possibile amore per la lettura vadano coltivati fin dai primissimi anni di età e che sarà proprio il piacere di una voce che legge a creare quelle suggestioni che poi si vorranno e si potranno ritrovare nella lettura autonoma, anche negli anni a venire.
Tra gli alfabetieri che oggi presento, ce ne sono alcuni che possono essere benissimo letti e utilizzati anche nella scuola dell’infanzia, se però vengono considerati non tanto come strumento per insegnare l’alfabeto, che ritengo essere un obiettivo della scuola primaria, quanto per divertire i bambini con la musicalità delle rime o la vivacità delle illustrazioni e per educarli ad un ascolto sempre più attivo e partecipe. Così come sono convinta che divertirebbero allo stesso modo i ragazzini più grandi, specie quando si presentano con modalità diverse e lo vedremo in quelli che citerò per ultimi. Nel mio precedente contributo avevo già inserito tra le foto due suggerimenti di albi d’artista che per me sono fondamentali: Alfabetiere di Bruno Munari (Corraini) e Alfabeto di Sonia Delaunay (Babalibri).
Bruno Munari non ha bisogno di presentazioni, artista, designer, scrittore, uno dei massimi protagonisti dell’arte del XX secolo; nel suo libro, pubblicato per la prima volta nel 1960 e che volutamente non chiama abbecedario, l’autore non segue appunto l’ordine alfabetico, ma parte dai segni più semplici, quelli che lui ritiene presentino meno difficoltà di riconoscimento per un bambino, e così il libro diventa un invito a continuare il suo stesso lavoro di ricerca di lettere, in tutte le forme in cui si presentano, distinguendo le une dalle altre.
Scrive infatti Munari:
Sarà per lui [il bambino] come andare a caccia di insetti tra l’erba di un prato facendo attenzione di non confondere formiche con cavallette.
Ogni lettera è accompagnata da una filastrocca, un nonsense, un tautogramma che rende il libro divertente e pieno di ritmo. Questo alfabetiere può essere replicato pari pari dai bambini, sia nel suo aspetto grafico e di ricerca, sia nella costruzione di brevi testi, più ricchi di ritmo che di senso perché, sostiene Munari, ai bambini il senso logico non interessa.
Alfabeto di Sonia Delaunay (Babalibri) non è solo un magnifico alfabeto illustrato, ma un vero e proprio libro d’arte. Sonia Delaunay, artista poliedrica vicina al futurismo, nel 1970 illustrò questo coloratissimo abbecedario dove forme e colori si uniscono e si muovono come in una danza, per costruire le diverse lettere, a ognuna delle quali è associata una filastrocca della tradizione popolare italiana. Qui l’obiettivo del riconoscimento di vocali e consonanti diventa quasi secondario rispetto all’incontro con l’arte che i bambini possono sperimentare grazie a questo libro d’artista, strumento con cui si può benissimo avviare un percorso che potrà comprendere i pittori e gli artisti che per stile e tecnica appaiono molto vicini ai bambini, come Mirò, Klee, Kandinskij.
Una interessante attività ispirata da questo albo la trovate nell’articolo dal titolo Alfabeto disegnato di Francesca Zoboli sul blog di Topipittori.
Proseguendo nella mia personale panoramica degli alfabetieri, incontriamo Alfabeto gatto (Emme Edizioni) di Nicoletta Costa, coloratissimo alfabetiere che piacerà molto ai più piccoli per il tratto tipico di questa illustratrice, molto vicino ai cartoni animati e, volendo, anche abbastanza semplice da riprodurre; per ogni lettera c’è un’azione “gattesca” che si può mostrare ai bambini anche prima di leggere la lettera di riferimento, in un gioco del tipo “indovina l’azione e scopri la lettera”
Quando più avanti la capacità di lettura e di ascolto si sarà affinata, si può proporre L’albero alfabeto (Babalibri) dell’intramontabile Leo Lionni, un tenero racconto che gioca sulla metafora delle foglie che stringendosi l’un l’altra possono aiutarsi a non farsi sopraffare dal vento furioso, a sottolineare il valore della fratellanza e dell’unione tra le persone.
Libro molto noto, che certamente conoscerete e che ogni insegnante dovrebbe avere nella sua biblioteca personale, è Alfabetiere delle fiabe di Bruno Tognolini (Topipittori), illustrato da Antonella Abbatiello, dove ogni lettera è associata a un oggetto simbolo delle fiabe e corredata da una filastrocca, in un mirabile gioco di rime, come solo Tognolini sa fare. Valore aggiunto di questo albo è rappresentato dai risguardi che si aprono e si ripiegano a suggerire, in quello finale, una proposta di gioco da tavola simile al gioco dell’oca; in quello iniziale invece, trovate una tavola sinottica, curata da Anna Maria Di Giovanni della Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma, che contiene simboli e fiabe riferiti alle Fiabe Italiane di Italo Calvino.
Sempre di racconti e di fiabe, ma provenienti da varie parti del mondo e suggeriti da stati d’animo e valori espressi ciascuno con la propria lettera, si tratta nel libro Alfabeto della saggezza di Johanna Marin Coles e Lydia Marin Ross (Einaudi Ragazzi). Le fiabe e le leggende funzionano e affascinano sempre a tutte le età; anche qui si può giocare, e penso ai bambini più grandi, leggendo sia il racconto, sia la lettera relativa, senza svelare la parola, che invece potrà essere indovinata; esempio: il titolo della fiaba è “Il pappagallo e l’albero”, la lettera corrispondente è la F, quale sarà la parola? Dall’ascolto attento della lettura emergerà la parola Fedeltà, e così via per le altre letture.
Quello che vi presento adesso è uno dei miei preferiti, si tratta de “L’Alfabeto dei sentimenti” (Fatatrac)scritto da Janna Carioli e splendidamente illustrato da Sonia Maria Luce Possentini.
Il formato è rettangolare e il libro si sfoglia verticalmente e già questo lo rende particolare; ad ogni lettera dell’alfabeto è associato un sentimento, raccontato in forma di poesia da una bravissima Janna Carioli, che sa imbastire, pure su cose semplici, e figuriamoci sui sentimenti, tele di parole che sanno emozionare, far riflettere ma anche ridere. La particolarità della sua scrittura, che è poi la cifra degli scrittori più bravi, è quella di mettersi nei panni del bambino e parlare dal suo punto di vista, dandogli voce, usando le parole e i colori espressivi che lui userebbe in quel momento, proprio mentre sta provando quella emozione. Un esempio per tutti:
GELOSIA
Hai preso la mia mamma
e un pezzo della stanza.
Fratello, te lo dico
di te ne ho già abbastanza!
Hai preso anche i sorrisi
di nonni, zii e parenti
che chiedono soltanto
se tu hai già messo i denti.
Hai preso tutti i cuori
con il tuo balbettio.
…Peccato che fra i tanti
di cuori c’è anche il mio!
Difficile non riconoscersi in un’emozione come questa!
A fare da contraltare, le immagini della Possentini, sfumate e rarefatte, ma a volte anche potenti e dense di colore. Io ho usato alcune di queste poesie in uno spettacolo di teatro d’ombre che ho realizzato anni fa, dopo un percorso formativo sulle emozioni, facendole recitare dai bambini e curandone l’espressività mimica e corporea. Ecco, trovo che questo sia un lavoro interessante che questo albo permette di fare: allenare a una lettura ma anche a una memorizzazione che sappia rendere le sfumature di un sentimento in modo efficace, intenso, significativo.
Ruth Kaufman e Raquel Franco, autori argentini, hanno proposto un insolito alfabetiere dal titolo Dire fare ballare (Giralangolo), con le divertenti illustrazioni di Diego Bianki e con un sottotitolo invitante L’abbecedario che fa giocare le parole. Perché insolito? Perché il legame tra la lettera e la parola non è rappresentato da un sostantivo ma da un verbo; tutte le lettere, presentate nei quattro caratteri, si riferiscono quindi a delle azioni e come tali sono “movimentate” da una serie di minuscoli, esili, allegri personaggi che animano le pagine e rappresentano alcune tra le possibilità di declinare il verbo indicato: così nella pagina della A troveremo il verbo Amare che si dirama in amare gli animali, amare gli amici, amare la maestra, amare la libertà; nella pagina della T, il verbo Tirare si declinerà in tirare a lucido, tirare le orecchie, tirare fuori gli artigli, tirare a indovinare, tirare di boxe, tirare con l’arco. I disegni sono deliziosi, pieni di dettagli e di brio e riempiono non solo le pagine interne, ma anche la copertina e i risguardi, richiamando alla mente i libri brulicanti come quelli di Susanne Berner. Insomma un alfabetiere davvero originale che diverte e spinge a cercare anche altre possibili combinazioni di parole e significati.
Labici 26 lettere in gioco si intitola l’alfabetiere ideato da Roberto Piumini con le illustrazioni di Monica Rabà (Artebambini) e immediatamente ti viene da pensare che abbia a che fare con la bicicletta che tra l’altro si vede in copertina.
E invece no, l’autore ne ha fatto un gioco di parole eliminando l’apostrofo all’articolo (l’abici) e capisci subito quanto all’interno ci sia da giocare e da divertirsi. Ogni lettera, presentata in stampato maiuscolo e in corsivo minuscolo, diventa la protagonista di un tautogramma di dieci versi, rigorosamente in rima, gli ultimi quattro dei quali propongono degli indovinelli relativi a parole che contengono la lettera in questione. Vi garantisco che c’è da divertirsi e alcuni non sono nemmeno di immediata risoluzione! A conferma che alla lingua ci si accosta con più piacere quanto più se ne scopre l’aspetto ludico.
The quick brown fox jumps over a lazy dog di Roberto Beretta (Corraini) è un piccolo libro fotografico che scopre le lettere dell’alfabeto nascoste nell’ambiente urbano o in luoghi ed elementi che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni e che solo un diverso sguardo riesce a individuare. Il titolo è un pangramma, il pangramma più famoso in lingua inglese, ovvero la frase di senso compiuto più breve possibile in cui vengono utilizzate tutte le lettere dell’alfabeto. Trovo questa proposta estremamente interessante perché si offre come suggerimento per allenare lo sguardo e trasformarci tutti in moderni rabdomanti alla ricerca dell’alfabeto nascosto nell’ambiente a noi vicino.
E poi c’è un modo decisamente alternativo di imparare l’alfabeto. È quello che propone Nikolaus Heidelbach nei suoi albi Cosa fanno i bambini? e Cosa fanno le bambine? (Donzelli), in cui l’ordine alfabetico è dato dai nomi dei bambini presentati che compiono alcune azioni; esplorano il loro mondo in cui fanno scoperte inattese e nel quale si muovono dando sfogo alla loro immaginazione. Su questi due libri si potrà non essere d’accordo per quel tanto di irriverente, impertinente e sottilmente crudele che alcune di queste azioni contengono e che potrà disturbare chi dei bambini ha una visione candida e angelicata. E invece i bambini e le bambine sono spesso esattamente così: irriverenti, impertinenti, sottilmente crudeli.
D’altronde lo stesso Heidelbach diceva: Ho imparato da Sendak, Ungerer e Gorey che nella letteratura per ragazzi non ci sono limiti di sorta. Indecenza, impertinenza, brutalità sono aspetti ineliminabili.
L’autore quindi, spalanca una finestra su un mondo, quello dell’infanzia, che noi adulti talvolta idealizziamo e osserviamo con intento spiccatamente moralizzante. Piaccia o no, su un paio di aspetti non si potrà dissentire: le illustrazioni sono intense e bellissime, ricche di significati simbolici e per questo vanno osservate con attenzione; in alcuni momenti sono davvero buffe ed esilaranti.
Provate a mostrarle ai bambini e poi mi direte!
Angela Malcangi