
Corpi sapienti: un libro per esplorare i corpi oltre gli stereotipi

Parlare di corpo con adolescenti non è mai semplice. È un tema che tocca tuttɜ in modo profondo, ma spesso è accompagnato da insicurezze, aspettative e giudizi. A scuola se ne discute in modo frammentario: nelle ore di scienze si parla di anatomia, in educazione fisica di movimento, in alcuni casi di affettività e sessualità. Ma il corpo non è solo una struttura biologica o uno strumento per fare sport: è anche percezione, identità, relazione con gli altri. Spesso si danno per scontati concetti come normale/anormale, bello/brutto, forte/debole, senza mettere in discussione il significato e il peso che hanno nella costruzione di sé.
In questo senso, Corpi sapienti dei Ludosofici, illustrato da Cristina Portolano e pubblicato da Corraini Edizioni, è un ottimo punto di partenza per affrontare il tema con un approccio aperto e critico. Non è un manuale che fornisce risposte, ma un percorso fatto di domande, immagini e riflessioni che aiutano a esplorare il corpo oltre gli stereotipi. Il libro si presta a essere usato in classe in modi diversi: per avviare discussioni sull’identità e sulla percezione di sé, per attività pratiche legate all’espressione corporea e alla scrittura, per affrontare il tema della diversità e della rappresentazione dei corpi nella società. Più che trasmettere nozioni, invita a esplorare e a costruire significati attraverso il dialogo.



Un punto di partenza per l’educazione affettiva
In questo momento sto lavorando con studenti e studentesse delle superiori sull’educazione affettiva, con l’idea di realizzare una traccia audio che racconti il loro vissuto su sentimenti, relazioni e grandi temi della vita. Parlando con loro, emerge chiaramente quanto il corpo sia un tema centrale, ma anche quanto sia difficile parlarne senza il peso del giudizio: c’è chi lo vede come un limite, chi lo percepisce come un biglietto da visita, chi lo vive con orgoglio e chi con vergogna.
Corpi sapienti mi ha fatto riflettere su quanto sia importante offrire strumenti per rileggere il proprio corpo senza filtri imposti dall’esterno. Non per dare risposte definitive, ma per creare uno spazio di confronto in cui ci si senta liberɜ di esplorare questi temi. Il fatto che non sia un saggio, ma un percorso fatto di immagini, parole e domande, lo rende perfetto per accendere discussioni autentiche e coinvolgenti.
È un libro che potrebbe essere usato più spesso nelle scuole, perché aiuta a guardare il corpo non come un oggetto da giudicare, ma come un’esperienza da comprendere. Se si cerca un modo per affrontare questo tema in classe in maniera aperta e inclusiva, può essere un’ottima risorsa.colare molto di più. È utile, intelligente e, soprattutto, non ha la pretesa di insegnare come bisogna vivere il proprio corpo, ma aiuta ragazzi e ragazze a capire che non esiste un solo modo giusto di farlo. Se stai cercando un modo per affrontare il tema del corpo con i tuoi studenti in maniera aperta e inclusiva, questo libro è un’ottima porta d’accesso.